Numero Catasto
LA5
Provincia
Roma Capitale
Comune
Bellegra
Località
ROMA
Nome
GROTTA DELL'ARCO
Altro nome
Grotta di Bellegra
Sistema Coordinate
WGS84
Strumento Misura
approssimate
Data Misura
2020-01-01
UTM [Lat(N), Lon(E), Fuso]
4639360, 338175, 33
Gradi Dec. [Lat(N), Lon(E)]
41.889615, 13.049417
Quota s.l.m.
0
Sviluppo planimetrico
1035
Sviluppo spaziale
1055
Data misura
2019-07-31
Dislivello Neg.
Dislivello Pos.
23
Dislivello Tot.
23
Data prima esplorazione
1925-06-19
Gruppi prima esplorazione
Nessun esploratore riportato.
Descrizione
NonPresente
Note
fonte
Le grotte del Lazio - I fenomeni carsici elementi della geodiversita - Edizioni ARP 2003 - G. Mecchia, M. Mecchia, M. Piro, M. Barbati
data
2003-01-01
itinerario
Da Olevano Romano si prende la strada per Bellegra, e poco primadi raggiungerla si svolta a destra al bivio per Roiate. Percorsi 2,8 km dalbivio si prende una strada a sinistra, segnalata da un cartello turistico, ela si percorre per 650 m fino ad uno slargo, dove un altro cartello turisticoindica sulla sinistra il viottolo che scende all'antro d'ingresso, ben visibiledalla strada. La grotta e' attrezzata per le visite turistiche, e per l'accesso e'necessario chiedere il permesso al Comune di Bellegra.
descrizione
La Grotta dell'Arco e' la risorgenza del bacino chiuso “Pantano diRoiate" (esteso circa 4 km 2 ), oggi prosciugato.La grotta e' costituita da una grande galleria in leggera discesa,percorsa da un torrente per oltre 1 km, con un dislivello del letto deltorrente di +14 m. Nel periodo invernale la portata del ruscello che escedall'imbocco e' in genere di alcuni (3-4) litri al secondo.L A GALLERIA PRINCIPALEL'ingresso e' un bel portale quasi semicircolare largo 8 m e alto 6-7m, la superficie topografica si trova 5-6 m sopra la volta del portale. Circa70 m a valle dell'ingresso si trova un arco naturale, da cui la grotta prendeil nome, che rappresenta il relitto della prima parte della cavita', la cui voltae' crollata. Qui gli strati sono inclinati di 30d verso Ovest.Si entra in una grande galleria dove dopo una trentina di metri, incorrispondenza di un leggero restringimento (largo 4 m e alto 5 m), sitrova una cancellata in ferro posta dal comune.Nei primi 200 m la galleria e' quasi orizzontale e rettilinea, largageneralmente 5-6 m, alta da 5 a 8 m (con un abbassamento della voltafino a 3,50 m a 90 m dall'ingresso), ed e' caratterizzata da un pavimentointeramente coperto da uno spessore di fango molle, nel quale si puo'sprofondare fino al ginocchio, rendendo fastidioso il cammino (in questotratto alla fine degli anni '90 e' stata realizzata una passerella in cementoche percorre la galleria fangosa fino alla “Forra"). Il banco di fango, conspessore di oltre 2 m, e' stato depositato dalle acque per colmata controla piccola diga in muratura (alta 3 m) realizzata nel passato all'imboccodella grotta. Lo sbarramento servi' a trattenere una raccolta d'acqua,la cui energia era utilizzata per un mulino. In seguito all'apertura di forisotto la diga per l'uscita delle acque, si e' prodotto un terrazzamento perriescavazione dei fanghi (CSR, 1932). Attualmente non rimangono traccedel muretto.Dopo 200 m la sezione si restringe (punto C) in una forra stretta (70cm) nella quale il livello dell'acqua si alza fino a poco piu' di 1 m. Superatoil passaggio, lungo un paio di metri, si prosegue per una ventina di metri inambienti piu' larghi, per entrare poi in una bella forra che per una ventinadi metri e' larga 1 m e alta una decina di metri, col pavimento interamenteoccupato dal torrente, con acqua alta una ventina di centimetri.Gli ambienti poi si allargano e si avanza comodamente in una grandee bella galleria, le anse del torrente sono occupate da grandi accumuli disabbia e fango, mentre sulla volta e sulle pareti si osservano stalattiti eincrostazioni calcitiche. Intorno alla progressiva 400 m (poco prima delpunto E) si passa in un “tunnel" alto 1,50 m, con la volta interamentecostituita da arenaria. Qui cominciano ad abbondare i resti degli accumulidi sabbia, in parte trasportata in grotta dall'acqua, che ha lasciato depositisabbiosi qua e la' sulle pareti e ai lati della galleria.Poco piu' avanti, intorno alla progressiva 500 m, si entra nel “SaloneCiclopico", un grande ambiente alto una ventina di metri e largo altrettanto,seguito, dopo una curva, da un secondo grande salone (Salone “Titanico"),di proporzioni analoghe, con un enorme accumulo di sabbia sulla sinistrae grandi massi crollati dalla volta. L'insieme dei due saloni e' lungo circa130 m, poi, intorno alla progressiva 600 m, le pareti si avvicinano finoa 4 m, per riallargarsi subito dopo in nuovi grandi ambienti (sala “delDuomo"). Intorno alla progressiva 660 m si percorre un tratto con la voltapiu' bassa (2,5 m) e poco dopo si entra in passaggi angusti, larghi 60 cm,che si abbassano anche fino a 1,3 m, nei quali si procede a sali-scendi suroccette, in breve la galleria si riallarga, la volta si alza e si entra in unagrande sala (progressiva 800 m). Qui, da sinistra proviene una colatacalcitica che conduce al ramo “delle Vaschette".Continuando a camminare nella galleria si giunge, poco dopo, adun restringimento (“la Strettoia"): si sale in una fessura larga meno di1 m (punto N) e dopo una decina di metri l'ambiente si allarga, mentreil torrente percorre una via sotterranea sconosciuta. In breve la galleria,larga 4-5 m e alta 7 m, termina in corrispondenza di una bella colatacalcitica, con vaschette, che puo' essere risalita per alcuni metri. Questopunto ha rappresentato fino al 1996 il limite delle esplorazioni (progressiva950, q. +23).I L RAMO NUOVOL'allargamento di una fessura presso la parete di sinistra (finestra“Fine del Mondo"), quasi alla sommita' della colata, ha permessol'esplorazione di un ulteriore tratto, lungo 160 m. Si entra nella fessura orizzontale lunga 2 m alta 1 m e larga 40 cm, arrivando sopra un cunicolo quasi verticale in discesa,anch'esso piuttosto stretto (fino a 40 cm), dove e' consigliabile l'aiuto di una corda. Si scendono 3 marrivando in una piccola saletta (larga 2 m e alta 2,3 m), dove si ritrova l'acqua del torrente.Verso valle il torrente puo' essere seguito per soli 4-5 m, fino ad un sifone. Si va invece versomonte, chinandosi per strisciare in un passaggio alto mezzo metro (“Passaggio Lobba") poi, superatialcuni tratti bassi non attivi, la volta si alza e si torna sull'acqua.In questo meandro si cammina sempre comodamente, ma gli ambienti non sono piu' vasti comequelli della parte “vecchia". Si segue l'acqua, che sale senza salti, in leggera salita. Il condotto e'generalmente largo 1-2 m, rare volte meno, mentre il soffitto e' alto dai 2 ai 4 m, ma in qualche puntosi abbassa fino a 80 cm. Frequentemente, in questa galleria ancora integra (a differenza della parte“vecchia") si possono osservare belle vermicolazioni di fango (“pelli di leopardo") sulle pareti e sullestalattiti.Dopo 150 m dalla strettoia si arriva al sifone terminale, situato 14 m piu' in alto rispettoall'ingresso della grotta e dopo aver percorso 1100 m. A destra del sifone si puo' ancora avanzare perqualche metro, superare un passaggio basso nel fango ed entrare in una saletta chiusa, larga 4 m.I L RAMO “ DELLE V ASCHETTE "Dalla sala alla progressiva 800 m, si salgono facilmente le scivolose colate calcitiche sulla sinistrache portano, una decina di metri piu' in alto, ad una prima grande sala a pianta arrotondata, larga 10m, alta 7-8 m, con pavimento piatto e fangoso. Superato un passaggio largo 60 cm si entra subito nellaseconda sala, un po' piu' piccola della prima (larga 6 m) e con le stesse caratteristiche. Alla fine dellasala una breve galleria, larga 3 m e alta 6-7 m, e' interamente pavimentata da belle vasche calcitiche,purtroppo molto rovinate dal passaggio. Le ultime vasche, comunque, sono ancora ben conservate eprecedono un pozzo di una decina di metri, che riporta nella galleria principale.
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