Numero Catasto
LA419
Provincia
Frosinone
Comune
Supino
Località
Nome
GROTTA DI MONTE FATO
Altro nome
FOSSA PASQUALETTA
Sistema Coordinate
WGS84
Strumento Misura
approssimate
Data Misura
2018-09-12
UTM [Lat(N), Lon(E), Fuso]
4607918, 346821, 33
Gradi Dec. [Lat(N), Lon(E)]
41.608284, 13.161675
Quota s.l.m.
0
Sviluppo planimetrico
1615
Sviluppo spaziale
1867
Data misura
2019-07-31
Dislivello Neg.
336
Dislivello Pos.
0
Dislivello Tot.
336
Data prima esplorazione
1967-04-30
Gruppi prima esplorazione
Nessun esploratore riportato.
Descrizione
NonPresente
Note
fonte
Le grotte del Lazio - I fenomeni carsici elementi della geodiversita - Edizioni ARP 2003 - G. Mecchia, M. Mecchia, M. Piro, M. Barbati
data
2003-01-01
itinerario
Da Supino si prende la strada che porta a Fonte Pisciarello e quindi, ad un bivio, la strada adestra che sale a Fonte Serena e termina dopo quasi 9 km con un piazzale posto all'inizio di Pian dellaCroce, dove si lascia la macchina. Dal piazzale si prende un sentiero che risale il versante meridionale della dorsale del Monte Malaina verso il bottino di presa della sorgente diFonte Serena. Da qui si attraversa il fosso a sinistra e si sale obliquandofino a raggiungere il successivo fosso. Si sale il fosso fin quasi al passo, 15m sotto il quale si apre l'ingresso (40 minuti di cammino).
descrizione
D ALL ' INGRESSO AL FONDO SCR ‘84L'ingresso e' un pozzo profondo 27 m (“Fossa Pasqualetta"), conimbocco di forma allungata di 2,5 m con una larghezza di 1 m. Il pozzoinizia con uno scivolo di 8 m, quindi si allarga e prosegue nel vuoto,interrotto da due terrazzi e un restringimento a pochi metri dal fondo. Labase (punto 2) e' una saletta di 3,5 m di diametro.A sinistra si prosegue con un saltino profondo 6 m, che, attraversouna fessura in discesa porta con un secondo salto di 6 m al fondo di questoramo (ramo “CSR ‘67", punto A, -45). Per proseguire, invece, verso ilfondo della grotta, dalla saletta del punto 2 si effettua una risalita di 5 m(corda fissa) raggiungendo la volta di un pozzo parallelo.Il pozzo “Stregatto" e' un fuso quasi perfetto di 25 m, largo circa 3m, con stillicidio che proviene da alcuni buchi sulla volta. Alcuni metri dimeandro e ci si affaccia sul 3d pozzo (“del Follettone"). Questo si prendequasi dalla volta, e' largo circa 3 m, profondo 31 m, ed e' suddiviso a meta'da un terrazzo e dopo altri 5 m da un secondo terrazzino. Pochi metri sottol'orlo del pozzo si nota una evidente fessura, facilmente raggiungibile, dalla“finestra" si puo' scendere un breve meandro che riporta nel pozzo, oppure si risalgono 4 m fino ad un'angusta strettoia.Alla base del pozzo (punto 3) l'acqua, che comincia a trovarsi alfondo del pozzo “Stregatto" e che e' dovuta allo stillicidio, sparisce in unafessura. Per proseguire bisogna risalire uno scivolo fangoso di 7 m (cordafissa). Si prosegue per pochi metri su materiale di crollo e fango (a destra sinota un fuso con stillicidio) e si incrocia un meandro (punto 4). Il pozzettoche porterebbe in fondo, sull'acqua, si evita con una facile traversatinaa sinistra (a valle) che consente di procedere presso la volta asciutta eterrosa del meandro (dal pozzetto, traversando a destra si entra nellaparte a monte del meandro, impraticabile dopo un breve percorso).Il meandro “Smeagle" e' scomodo (largo 30-100 cm) e profondo(oltre 10 m). Percorsi una trentina di metri una recente disostruzione(1994) ha permesso di tagliare l'ultima e piu' fastidiosa parte del meandro,scendendo un pozzo piuttosto articolato (P17), e arrivando alla base delmeandro: un'ampia galleria, solcata da una fessura impraticabile che drenal'acqua. Si avanza per 45 m, salendo nel meandro su un piano inclinato,scavalcando, con una traversatina, un pozzetto di 7 m e riguadagnandola quota perduta nella precedente discesa, cioe' raggiungendo di nuovola volta in corrispondenza dell'intersezione a “T" (punto 5) con un nuovomeandro.A sinistra si segue la parte a monte del meandro, che dopo 30 mstretti sbuca (punto 6) in una sala (“della Scoresetta", 3x12 m), moltovicina al fondo della Grotta di Pozzo Pazzo (punto B).A destra si prosegue nel tratto a valle (il meandro “Smile"), una fessura profonda almeno 25 m. Ma la via percorribile e' ancora presso lavolta, in interstrato suborizzontale, dopo 30 m un allargamento consentedi scendere un salto di 3+12 m fino alla base di una sala.La sala di crollo e' impostata su due fratture (quella del meandro“Smile", NW-SE, ed una ortogonale) e sul relitto di un meandro che giraintorno ad un grosso sperone roccioso. Dalla sala si scendono altri 7 m sumassi di crollo (corda), percorrendo la base del meandro “Smile" nel versoopposto a quello precedente, fin sotto una finestra posta a 3 m di altezza.Si risale facilmente (corda) e si scende dall'altra parte, in un pozzoprofondo 25 m. Il pozzo inizia con uno scivolo franoso, largo 2-3 m e lungouna decina, alla fine dello scivolo si entra in un fuso un po' piu' ampio, difronte si vede una cascatella che cade sul primo terrazzo e poi nel pozzo:e' l'acqua del meandro “Smile".Si scendono quindi, a fianco dello stillicidio, gli ultimi 20 m di pozzo,fino al fondo della grande sala “dello Gnomo". Si risale un cono detritico finoa giungere nel punto piu' alto. La sala si allunga per 20 m, con larghezzamedia di 5-6 m e altezza di 20-30 m che si perde in una fessura, la basee' costituita da detrito e massi di crollo. La sala e' formata dall'incontro di 4fusi. Il fuso sud, quello dal quale si scende, raccoglie le acque del meandro“Smile". Il fuso est e' praticamente asciutto, cosi' come il fuso nord (quellocon la base a quota piu' alta). Il fuso sud-ovest e' attivo, con una cascatelladi una decina di metri, che alla base forma una pozzetta la cui acquascompare subito nel detrito.La prosecuzione e' un meandro piuttosto stretto che inizia (punto 8)quasi in fondo alla sala. Subito all'inizio e' possibile scendere al suo fondoin una sala sottostante alla sala “dello Gnomo", separata da questa da unafrana di blocchi incastrati.Il meandro “dell'Orchetto" raccoglie le acque della sala e conduceal “fondo vecchio", con un percorso reale di circa 230 m. Il meandro, inleggera discesa, deve essere percorso presso la volta per i primi 160 m,fino ad un pozzo di 8 m. E' scomodo e fangoso, le dimensioni sono similia quelle dei meandri precedenti, la profondita' e' di una quindicina di metrifino al P8, quindi aumenta fino ad una trentina di metri presso il “fondovecchio". A varie altezze il meandro si fa piu' largo, come succede dopo unacinquantina di metri, quando si puo' scendere un saltino di 3 m. Piu' avanti,sceso il P8, si atterra in una saletta larga 3 m. Poco sopra il pavimentodella sala si imbocca nuovamente il meandro presso la volta (percorsopreferito negli ultimi anni), strisciando nel fango per una trentina di metri,e quindi scendendo un saltino di 4 m e poi una serie articolata di saltini(complessivamente P25), che collegano livelli piu' larghi del meandro finoalla base, dove si ritrova l'acqua. In alternativa, dalla saletta sotto il P8si puo' scendere verso il rumore di una cascatella (sala “del Mugnaio")e percorrere il meandro alla base (due salti, rispettivamente di 7 e 4 m,percorso preferito durante le prime esplorazioni).Proseguendo verso valle si arriva in breve ad un saltino di 2 m(punto 11), che inghiotte l'acqua in un cunicolo alto mezzo metro cheinverte di 180d il verso di percorrenza, dopo aver strisciato per 15-20 mnell'acqua, una curva piu' stretta impedisce la prosecuzione (-181, “fondoSCR ‘84").D AL “ FONDO SCR ‘84" AL FONDO ATTUALEPer proseguire verso il nuovo fondo e' necessario, invece di scendereil saltino di 2 m, continuare dritto in un meandro fossile, molto fangoso, chedovrebbe rappresentare l'antica prosecuzione del meandro “dell'Orchetto",prima della cattura nel saltino di 2 m.Dopo una quindicina di metri, la frattura che forma il meandro e'quasi interamente occlusa da un riempimento di fango, ad esclusione dellaparte piu' bassa, dove il meandro si riduce ad un cunicolo alto 1,5 m, la cuivolta e' costituita da ciottoli cementati da fango. Un masso che ostruiva ilpassaggio e' stato rimosso e si e' potuto procedere per una decina di metri,fino ad uno slargo nel cunicolo (2x1,5 m), con guano sul pavimento. Finoal marzo ‘94 una frana chiudeva il passaggio, lasciando pero' filtrare unaforte corrente d'aria.La disostruzione della frana ha dato accesso ad un cunicolo indiscesa. Superata una strettoia si intercetta una galleria di frana instabileche, risalita per 3-4 m, immette in una bella galleria: e' la via al nuovofondo.Scendendo un ripido pendio di massi e detrito (punto 12) siraggiunge la sala “Gollum", da un occhialone alcuni metri in alto arriva untorrentello d'acqua, probabilmente lo stesso lasciato al vecchio fondo. Siscende un salto di 4 m iniziando a percorrere un bel meandro, interrottodopo meno di 60 m da un pozzo profondo 9 m, dopo altri 50 m da unsaltino di 3 m che precede immediatamente un pozzo di 10 m. Dalla salaalla base (punto 13) si risale una frana instabile (corda, +3 m), con grandiblocchi pericolosamente incastrati fra le pareti, in bilico sopra il passaggio.Al di la', superato un passaggio basso, si prosegue in un breve tratto dimeandro, che con due salti (3 e 9 m) porta sopra un pozzo grande e bello,profondo 32 m (pozzo “Aragorn").La fessura, larga 1,5 m, che costituisce il meandro che si getta nelpozzo “Aragorn" e' parzialmente ostruita da un grande masso incastrato,che va oltrepassato fino all'attacco. Nel periodo secco il pozzo e' battuto daun modesto stillicidio.Si atterra nel punto piu' basso di una sala denominata “delle Pisoliti",presenti in alcune vaschette. La sala ha una larghezza media di una decinadi metri, e sale con un pendio costituito da roccia viva, concrezione edetrito. Sul lato nord l'acqua prosegue il suo cammino in un meandrostretto e alto (punto 14).Da qui fino all'attuale sifone terminale della cavita' si segue questomeandro per 1 km, scendendo un dislivello di soli 70 m. Tuttavia il percorso non e' cosi' evidente come potrebbe apparire ad uno sguardo superficiale del rilievo. E' infattinecessario trovare la strada evitando strettoie e passaggi esposti non armati con corda, spesso e'possibile percorrere livelli diversi per superare lo stesso tratto di meandro. Nel seguito viene descrittoil percorso suddiviso in tratti caratteristici di meandro, seguendo il tracciato utilizzato nel corso delrilievo della cavita'.Dalla sala “delle Pisoliti" si percorre un primo tratto di meandro lungo 120 m (tratto 14-15),largo 50-70 cm, scomodo e con continui sali-scendi, abbassandosi complessivamente di 15 m. Ilmeandro e' attivo, comunque con portate modeste in periodo di magra (5 l/min). Tenendosi in alto,dopo una trentina di metri si scende con l'aiuto di una corda (P8) in una bella saletta concrezionata, ilricorso alla corda e' evitabile scendendo in arrampicata una quindicina di metri prima. Poco piu' avanti sirisale nel meandro superando una “finestrella" e riscendendo sull'acqua subito prima di una saletta. Inquesta saletta arriva uno stillicidio da un piccolo fuso (risalita di circa 10 m, da esplorare). Qui l'acquaentra in una bassa condottina, mentre noi proseguiamo per meno di 30 m in un meandro piu' comodo,asciutto, posto poco piu' in alto, alla fine del quale si ritrova l'acqua abbandonata precedentemente(poco in alto si puo' entrare in un meandro che risale e torna sull'acqua). Dopo circa 120 m dalla sala“delle Pisoliti" il meandro presso la base diviene impercorribile (punto 15), ed e' necessario risalirearrampicando fino alla volta, oltre 20 m piu' in alto.Da qui (punto 16) si percorre presso la volta un tratto di meandro orizzontale (tratto 16-17), lungo 80 m, asciutto, comodo, largo (60-150 cm) ma non alto. La quota del livello percorsoe' superiore a quella del fondo della sala “delle Pisoliti". A meta' del tratto e' rimasta inesplorata unacondottina. Alla fine del tratto una freccia in nerofumo segnala l'opportunita' di scendere (punto 17).Si entra fra i massi arrampicando fino alla base del meandro, 15 m piu' in basso.Si accede cosi' ad un tratto di meandro (punti 17-19) sospeso di pochi metri sul principale, epertanto asciutto in periodo di magra. Sul fondo concrezionato del meandro e' stato rinvenuto il teschiodi un roditore. Dopo 10 m si scende un saltino di 3 m con pozza d'acqua alla base. L'acqua presentenei periodi piovosi segue una bassa condottina, mentre la prosecuzione accessibile e' una galleriafranosa ripida e larga, che sale una decina di metri fino alla volta di un meandro.Si cammina in piano presso la volta del meandro per 35 m, superando un passaggio basso sottouna frana e arrivando (punto 19) sopra un salto di 10 m: sotto si sente il fragore dell'acqua.Si atterra in corrispondenza della confluenza di due corsi d'acqua, di portata all'incirca uguale(meno di 0,5 L/s in magra). Quello che proviene dal condotto piu' grande (galleria larga 1,6 e alta 3m) sembra essere il corso d'acqua abbandonato precedentemente, e puo' essere risalito per almeno50 m. L'altro e' un affluente di destra, proviene da un meandro stretto e con un saltino di mezzo metroconfluisce nel condotto principale. Dalla “Confluenza" si segue (fino al punto 20) una bella condottaattiva, lunga 100 m, larga da 1,5 a 3 m e alta da 1,5 a 4 m. Le vasche d'acqua a volte sono aggirabili ea volte si superano con ampie spaccate. Una violenta corrente d'aria percorre la galleria. Circa a meta'percorso si puo' accedere ad un tratto inattivo di galleria che si chiude a ferro di cavallo dopo l'ansasuccessiva. Verso la fine dei bei depositi fangosi variamente stratificati testimoniano una passata fasedi riempimento del condotto.La condotta si stringe (punto 20) in un meandro stretto (40-80 cm) e scomodo. Poco prima diun passaggio basso seguito da una pozza profonda, si sale (punto 21) arrampicando fin sulla volta delmeandro, 8 m piu' in alto. A questo livello il meandro e' asciutto e comodo (largo 1,50 m). Dopo 40 dei70 m complessivi di questo tratto (21-22), arriva da sinistra una grande galleria fossile, e subito dopol'ambiente si allarga in una sala larga oltre 3 m, ingombra di massi di crollo e attraversata da un ampiosfondamento che raggiunge la base del meandro. Aggirato l'ostacolo si ridiscende progressivamenteverso la base del meandro (punto 22).Il meandro ora (tratto 22-23) e' percorribile sull'acqua per 70 m, stretto (50 cm) e alto, finoall'ingresso in un grande salone.Il salone “del Trivio" si estende per una quindicina di metri e ha un'altezza di 10-15 m. Dalmeandro si risale un pendio di detrito e blocchi fino ad un valico oltre il quale ridiscende con un analogopendio. Alle spalle si puo' risalire nella parte alta del salone dalla quale si puo' scendere nuovamentefino al meandro passando per un'altra via. Dal valico si nota un grosso foro che arriva nel salone daest, 5 m piu' in alto, ancora inesplorato.Il pendio oltre il valico scende fino ad incontrare nuovamente il torrente (punto 24). Da qui parteil meandro che porta al sifone, bello e comodo, lungo 410 m con un dislivello di 25 m, percorribili inun quarto d'ora. Il meandro puo' essere descritto in due parti.La prima parte (punti 24-25), lunga 210 m, e' molto comoda, larga da 80 a 120 cm, altaalmeno 7-8 m. Si rinvengono alcuni livelli caratteristici: un livello centimetrico di un ghiaietto calcareocementato, un livello argilloso spesso 5-40 cm (che si incontra a piu' riprese in tutto il meandro a valledella sala “delle Pisoliti", anche se non siamo certi che si tratti di un unico strato), un livello di calcarericoperto da una caratteristica patina nera (ossidi di manganese?). La portata in magra e' stata stimatain 2-3 l/s subito a valle del salone “del Trivio". Si rinvengono modesti arrivi d'acqua da piccoli fusi cheintersecano il meandro dopo 110 m e 150 m. Questo secondo arrivo e' stato risalito, scoprendo nuovicondotti che riportano nel meandro piu' a valle. La fine di questo tratto corrisponde ad un salto di 8m (punto 25).Superata la pozza d'acqua alla base del salto, il meandro stringe leggermente, risultandocomunque di comoda e bella percorribilita'. Verso la fine di questo tratto una fessura orizzontalecentimetrica (punto 26) contribuisce significativamente alla portata di magra del corso d'acqua. Dopopoche decine di metri, pero', la portata sembra diminuire, anche se non e' stato individuato il puntodella possibile perdita. In questa zona la pendenza si riduce ulteriormente, il meandro si allarga (oltre1 m), compaiono depositi di fango e infine la volta si abbassa e un sifone impedisce la prosecuzione(fondo, -336).Poco prima del sifone, pero', e' possibile salire in un grande salone sovrastante di una decina dimetri. Nel salone, largo fino a 6-7 m, alto una decina e ingombro di massi di crollo e detrito, sono statetentate due risalite di una quindicina di metri, senza risultato.C ORRENTI D ' ARIAL'imbocco noto agisce da ingresso alto. Nel periodo invernale la grotta e' percorsa da unacorrente d'aria in uscita, particolarmente violenta nella frana del “fondo SCR ‘84" e in molti tratti piu' avalle. Oltre il salone “del Trivio" la corrente appare piu' debole fino a scomparire in un punto non benindividuato.
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