descrizione
DALL'INGRESSO ALLA BASE DEL P133 (-220)
Il grande pozzo d'ingresso, profondo 91 m, ha un imbocco ad imbuto con diametro esterno di 5 m. Scendendo nel ripido imbuto la sezione progressivamente si stringe. Sceso un dislivello di 5 m (punto 2) l'imbuto termina e si apre uno spettacolare fuso profondo 86 m. In occasione di una tromba d'aria all'inizio degli anni '90, due grandi faggi sono caduti nell'imbuto, incastrandosi fra le pareti,attualmente per entrare nel pozzo e' necessario passare nel restringimento formato da tronchi e radici, con il pericolo di caduta di sassi nel primo pozzo e sul consecutivo P133, dove occasionalmente possono proseguire la caduta. La calata avviene al centro del pozzo, sempre lontano dalle pareti. Il pozzo ha sezioni per lo piu' quasi circolari con diametro che aumenta progressivamente verso il fondo, numerose coste rocciose e rientranze sembrano indicare che nel pozzo siano stati inglobati diversi piccoli fusoidi. Si atterra sul piano detritico orizzontale alla base, di forma circolare di 10-11 m di diametro. Da qui e' evidente la grande "finestra" (alta circa 25 m, larga 2 m alla base, con le pareti che si allargano a "V" verso l'alto), situata 3 m sopra la base del P91 e comunicante con il pozzo successivo. Con l'aiuto di una corda si raggiunge la soglia di cataclasite (punto 11) che costituisce la base della "finestra", affacciandosi su un grande pozzo profondo 133 m e su un ambiente a forma di cupola alla base del quale si aprono altri 3 pozzi, paralleli al P133. Qui la giacitura degli strati e' di N30-40dW con inclinazione di 30d verso NE e si osservano bene gli elementi strutturali sui quali e' impostata la serie iniziale di pozzi, situati all'intersezione fra due faglie, una orientata N40dW con inclinazione di 80° verso SE e l'altra verticale con direzione N-S(BEFANI, 1963).Per proseguire la discesa verso il fondo della grotta sono state utilizzate diverse "vie": direttamente lungo il P133, lungo il P133 fino alla "cengia Monaci", situata 81 m sotto la soglia, da qui si supera una strettoia allargata artificialmente e, con una serie di pozzi larghi intervallati da meandri stretti e brevi,si raggiunge la galleria alla sommita' della risalita di 12 m descritta nel punto successivo. Dalla soglia rocciosa (punto 11) si traversa orizzontalmente verso sinistra per 4 m (corda)tenendosi accostati alla parete, raggiungendo una cresta affilata, oltre la quale si apre un pozzo profondo 25 m (pozzo "dell'Occhialone"), parallelo al P133. Il P25 e' interrotto da una cengia franosa 10 m sotto la partenza, piu' sotto stringe in una fessura larga 80 cm, e la base e' un ultimo terrazzino che si affaccia sull'ampio P133, allungato nella direzione della frattura orientata circa N85dE. Dal terrazzino la via di discesa raggiunge verticalmente il fondo del pozzo. Il salone (punto 18) situato alla base del P133 e' lungo 36 m e largo 13 m, con asse maggiore impostato lungo la faglia N-S. Il pavimento e' ingombro di detriti e massi.Gli altri pozzi paralleli al P133 sono situati ad est della cresta affilata che separa il P133 dalpozzo "dell'Occhialone", alla base di un grande salone (22x25 m, alto circa 35 m) con il pavimento molto accidentato, costituito da detrito dal quale emergono grandi blocchi calcarei di crollo. Accostati alla parete est del salone si trovano il pozzo "delle Cengie" e il pozzo "dei Triestini". Il pozzo "delle Cengie", complessivamente profondo 33 m, ha un'imboccatura rettangolare ampia 4x2 m che immette in una verticale di 12 m che termina su un terrazzo, al quale segue uno scivolo in roccia lungo 7 m fino ad un secondo terrazzo, da questo, con un salto verticale di 12 m, si giunge ad una "finestra" alta 20 me larga 10 m che comunica con il pozzo "dei Triestini". Quest'ultimo e' un pozzo profondo un'ottantina di metri fino ad un terrazzo, dal cui fondo di detrito e massi partono due pozzetti paralleli piu' stretti,uno profondo 12 m e l'altro (con una successione di saltini) profondo 25 m (BEFANI , 1963).
DALLA BASE DEL P133 (-220) AL MEANDRO DI -350Dalla base del P133 (punto 18), in cui scorre un rivolo d'acqua, si scendono alcuni gradoni eaccumuli detritici, si traversa sulla sinistra (corda fissa) un pozzo cieco (non rilevato), poi si risaleper alcuni metri una frana (punto 24). Da qui, scendendo, si arriva alla fastidiosa strettoia (strettoia“Pineschi") che, dopo essere stata allargata, per alcuni anni e' stata l'unica strada verso il fondo, in alto(punto 24), invece, una risalita di 12 m permette di evitare la strettoia ricongiungendosi poi alla “viavecchia" in prossimita' della partenza del P17. Sopra la risalita si percorrono alcuni metri su blocchi dicrollo (la frattura principale e' la stessa del P133, N85dE), oltre i quali si scende un pozzetto di 8 mche arriva in una sala asciutta di 5x4 m. Si segue poi un breve (5 m) meandro stretto, poi si scendeun saltino di 2 m che immette in un'altra saletta asciutta di 5x3 m, alta 3 m. Poco oltre c'e' la partenzadel P17, alla base confluisce il cunicolo della “vecchia via" della strettoia. Segue un pozzetto di 9 m,poi si percorrono 10 m di meandro, ancora in ambienti asciutti, con roccia molto chiara e compatta,che sfonda direttamente sul P53, pozzo molto ampio impostato su una frattura orientata N-S. Circa 35m piu' in basso dell'attacco, in prossimita' di un restringimento, c'e' un'ampia cengia orizzontale battutada stillicidio, che poi bagna l'ultimo tratto del pozzo. La cengia si trova sulla parete opposta a quelladi calata, ma e' facilmente raggiungibile con una breve pendolata. Qui si possono osservare resti discheletri di pipistrelli molto ben conservati.Dalla base del P53 si percorrono 10 m di galleria fossile e ci si trova alla sommita' di un altrogrande ambiente verticale: il pozzo “Uffa", di 15+30 m, spezzato da una comoda cengia. La secondaparte del pozzo non va scesa fino al fondo: 6 m prima della base e' necessario spostarsi con un lungopendolo verso la parete opposta, dove si puo' fissare la corda ad uno spit, 10 m sopra la base delpozzo. Da qui si salgono ancora alcuni metri su una corda fissa (R6) e si raggiunge una finestra. Seguesubito un meandro fossile di 10 m (direzione 85d), poi si scende un altro pozzo di 10 m spezzato daun gradone. Oltre e' necessario superare con un traverso a pendolo un pozzetto cieco e proseguirenel meandro, prima per alcuni metri in alto dove e' piu' largo, poi si scende sul fondo tra sfasciume diroccia in ambiente fossile.Circa 15 m piu' avanti, subito dopo una saletta (-350, punto 66) con un modesto apporto idrico all'alto, inizia il lungo meandro che conduce al fondo dell'abisso.I L MEANDRO DA -350 AL FONDOI primi 80 m (meandro “Tuca-Tuca") sono completamente fossili e con depositi terrosi. E' iltratto piu' stretto della grotta, ma non ci sono passaggi particolarmente impegnativi. La roccia appareabbastanza levigata da antichi scorrimenti d'acqua, con le tipiche “mensolette" di erosione selettiva.Terminato questo tratto le pareti si distanziano, qui e' attrezzata una calata su corda, che con unaquindicina di metri di verticale conduce alla saletta utilizzata come campo base durante le esplorazioni,mentre scendendo solo pochi metri (P4) e proseguendo nel meandro, ora largo, si incontra una decinadi metri piu' avanti un ripido scivolo franoso di una decina di metri, da attrezzare con corda. Da qui(punto 90) inizia un tratto di meandro fossile e sinuoso lungo circa 150 m, non e' stretto, ma spessoe' necessario avanzare in contrasto a mezza altezza tra le pareti lisce, cosa che puo' renderlo un po'faticoso trasportando sacchi. Questo tratto di meandro, come anche tutti gli altri della grotta, non e'molto alto, e' quasi sempre possibile raggiungere, almeno visivamente, sia il fondo che il soffitto, perun'altezza complessiva di non piu' di 10-15 m.Si giunge quindi in una saletta con il soffitto alto pochi metri. Poi, dopo altri 15 m di meandroda percorrere sul fondo, si scende un pozzetto del quale non va raggiunta la base, ma pendolandosi prosegue nel meandro al di la' del pozzetto. Da qui si percorrono sul fondo altri 50 m di meandroterroso. Nella seconda parte di questo meandro i soffitti sono evidentemente costituiti da straticalcarei inclinati. Alla fine, superato un passaggio stretto, si scendono 3 m in arrampicata. Si proseguepercorrendo il fondo del meandro, senza scorrimento d'acqua ma con alcune pozze, anche qui e' largo50-100 cm, ed il soffitto alto 2-3 m. Dopo alcune decine di metri si scende ancora un saltino di 3 m(arrampicabile) fino ad una saletta di 4x3 m, dove e' visibile un segno X di nerofumo, da qui (punto 138)inizia un tratto di meandro dove sono state trovate parti dello scheletro di un mustelide (“Meandrodella Faina"). Superato un passaggio stretto si percorre una galleria lunga 6 m con un piccolo meandroaffluente in alto a sinistra. Dopo altri 50 m di meandro comodo, da percorrere sul fondo, si giunge allasala “Silverstone" (-420). Anche qui c'e' un piccolo affluente che scende dall'alto, troppo stretto peressere esplorato. Sulla sinistra della sala alla base di un pendio detritico c'e' un laghetto di 3x3 m, chee' la base di un fuso che prosegue in alto. Invece si prosegue oltre la sala scendendo un P7, e pressouna saletta si ritrova il corso d'acqua. Subito dopo si scende un P11 (pozzo “della Retroversione"),il pozzo forma un'ampia e bella sala con ulteriore apporto idrico dall'alto e accumulo di latte di monteliquido sul fondo. Si prosegue nel meandro cambiando nettamente direzione. Anche questo meandro, argo 80-120 cm, presenta accumuli di latte di monte sul fondo.Poche decine di metri piu' avanti della sala si scende un pozzetto di 4 m con partenza strettae scomoda, alla base c'e' una saletta e subito dopo un P18. Si continua a seguire il torrentello chesi getta in un salto di 8 m con pozza sul fondo, in una sala ampia 7x8 m. Sopra, un fuso prosegueverso l'alto. Prosegue quindi il meandro, largo mediamente piu' di 1 m, con pozze d'acqua, che puo'essere percorso a diverse altezze, ma risulta piu' comodo 3-4 m sopra il fondo, per non esserecostretti a fastidiosi saliscendi in corrispondenza dei restringimenti. Si giunge ad un saltino di 2 m daattrezzare con corda, proprio sopra un laghetto che obbliga a qualche gioco di equilibrio per evitaredi bagnarsi.Oltre il laghetto, un pavimento di roccia liscia e compatta costituisce la sala “della Spiaggetta"(8x4 m, alta 8 m, punto 202), sulla parete e' segnata in nerofumo la data 11.3.90, giornodell'esplorazione. Il meandro continua per una trentina di metri fino ad un saltino di 3 m con pozza allabase, poi si percorrono ancora alcune decine di metri di meandro abbastanza comodo, con i soffittialti circa 8 m, alla fine, sulla roccia e' segnata una freccia che indica che e' necessario scendere. Seguequindi un salto di 7 m che immette in una sala rotonda di 7 m di diametro. Poi ancora alcune decinedi metri di meandro tutto percorribile sul fondo, e al termine due saltini consecutivi di 7 e 8 m circaconducono alla saletta “Nano Ghiacciato". Ricomincia quindi il meandro, si traversa in equilibrio unapozza d'acqua e poco dopo si passa alla base di un fuso con apporto idrico dal soffitto. Poi si avanzaper altri 40 m in un meandro comodo che termina con due saltini (profondi circa 3 e 6 m).Alla base dell'ultimo pozzetto inizia una zona particolare della grotta: si tratta di una diaclasiobliqua, stretta e liscia. Si percorre ora un tratto lungo 30 m chiamato “Faglia Obliqua" (diretta verso315d con un'immersione di 75d verso SW). Oltre questo tratto si percorrono circa 30 m di meandrostretto fino alla “Confluenza". Qui si intercetta una galleria percorsa da un torrentello. La galleria puo'essere risalita verso sinistra oppure puo' essere discesa verso destra, dirigendosi verso il fondo.Per inoltrarsi nel ramo a monte e' necessario arrampicare per 3-4 m verso un buco in alto,entrando in grandi ambienti di crollo. Da qui si percorre una galleria suborizzontale quasi rettilinea(galleria “della Cattura"), lunga 60 m, che termina alla base di una risalita non esplorata. Sulla sinistrasi scende fino ad un passaggio basso, oltre il quale e' stato risalito un pozzo di 14 m. Dalla sommita' e'stata esplorata una galleria lunga una sessantina di metri, fino alla base di una nuova risalita (-517).Dalla confluenza, seguendo invece l'acqua verso il basso si percorrono una trentina di metri dicomodo meandro, poi si scende un salto di 4 m con pendolo sul laghetto alla base. Un'altra pozza, 20m piu' avanti, si supera con un traverso. Da qui gli ultimi 30 m di galleria, alta 4-5 m, conducono allasala del fondo, con il lago-sifone lungo 15 m e largo 5 (-555). Altrettanto ampie sono le dimensionidella parte di sala asciutta antistante il lago. Sul soffitto della sala, a circa 10 m d'altezza, si nota unforo che da' accesso ad ambienti ancora inesplorati.