Numero Catasto
LA274
Provincia
Roma Capitale
Comune
Carpineto Romano
Località
POZZO COMUNE; PIAN DELLE FAGGETA.
Nome
OUSO DI POZZO COMUNE
Altro nome
Sistema Coordinate
WGS84
Strumento Misura
approssimate
Data Misura
2016-01-01
UTM [Lat(N), Lon(E), Fuso]
4604560, 342395, 33
Gradi Dec. [Lat(N), Lon(E)]
41.577192, 13.109468
Quota s.l.m.
0
Sviluppo planimetrico
1600
Sviluppo spaziale
1700
Data misura
2019-07-31
Dislivello Neg.
206
Dislivello Pos.
0
Dislivello Tot.
206
Data prima esplorazione
1956-01-01
Gruppi prima esplorazione
Nessun esploratore riportato.
Descrizione
NonPresente
Note
fonte
Le grotte del Lazio - I fenomeni carsici elementi della geodiversita - Edizioni ARP 2003 - G. Mecchia, M. Mecchia, M. Piro, M. Barbati
data
2003-01-01
itinerario
Da Carpineto Romano si prende la strada per Pian delle Faggeta.Raggiunto il piano (5,4 km) si lascia sulla destra la strada che sale versoil Monte Semprevisa e si prosegue per la strada bianca che attraversa ilpiano. Dopo 300 m si lascia la macchina in una piazzola. La cavita' si aprenel punto piu' depresso del piano, a circa 50 m dalla strada, sulla sinistra.
descrizione
L'inghiottitoio drena le acque di una piccola parte del bacino di Piandelle Faggeta. Un piccolo fosso, che comunque si attiva solo in occasionedi forti piogge, scompare sottoterra in un pozzetto intransitabile che siapre subito prima dell'ingresso della grotta, situato all'interno di unadepressione doliniforme ampia 12x8 m, alla base di un costone roccioso.Si scende nella depressione per roccette fino al fondo (punto B),dove, con un bel portale (largo 4 m e alto 5 m), inizia la parte sotterraneadella grotta.Nell'antro d'ingresso si nota sulla destra un buco sul pavimento cheimmette in un pozzetto profondo 6 m (ramo “A0"), mentre sull'altro latoparte una galleria larga 1,5 m e alta 5 m. Per entrarvi si deve scenderein arrampicata un salto di 2 m formato dai massi di crollo. Dopo unadecina di metri si scende un salto di 3 m e si entra in un grande salone(“1d Salone"). L'ambiente e' lungo 35 m, largo 5-10 m e alto fino a 15 m,con pavimento di detrito e massi di crollo. Nel punto piu' basso (punto C)si osserva la prosecuzione: un meandro largo circa 1 m. Dopo 6-7 m siscavalca un piccolo foro nel pavimento (punto D, pozzo profondo 13 m) esi prosegue per pochi metri fino ad una saletta (punto E) larga 3 m, che siaffaccia su un pozzo di 19 m.Il P19 e' impostato all'intersezione di due fratture perpendicolarifra loro dirette secondo i sistemi N-S e E-W (e' visibile il liscione dellafaglia meridiana) (B EFANI , 1964), ed e' interrotto a meta' da un terrazzinocostituito da massi crollati. Si atterra nel letto di un corso d'acqua alla basedi una galleria a meandri.A monte si percorrono una decina di metri fin sotto un salto alto 4 m, sopra il quale ci si trova alla base del P13 nominato precedentemente, l'acqua del torrentello fuoriesceda una fessura impraticabile a quota -25.A valle, dopo una ventina di metri di percorso comodo, si supera una marmitta rischiando dibagnarsi, e si arriva sull'orlo di uno scivolo profondo 7 m, che immette in una sala larga 4 m e alta unaquindicina, impostata su una frattura N-S. Sulla parete opposta a quella di discesa e' stato raggiunto,con una risalita in artificiale di 8 m, un piccolo affluente (“A1"), che dopo soli 15 m diviene impraticabile(l'acqua sgorga da una fessura).Dalla sala si prosegue e dopo una trentina di metri si raggiunge il ciglio di un salto profondo 12m. La discesa puo' essere evitata prendendo (punto F), sulla sinistra poco prima del P12, uno scivolomolto fangoso che, tramite un cunicolo, arriva alla base del P12. Il passaggio (punto G) comportainevitabilmente una “doccia" (l'acqua proviene dal P12), fastidiosa nei periodi piovosi.Si prosegue in un bel meandro, comodo (largo generalmente circa 1 m) e percorribile sempresul fondo, alto da 5 a oltre 10 m, percorso tutto l'anno da un torrentello. Dopo 60 m il meandro riceveun affluente da un camino sulla destra (“A2"), e dopo altri 80 m, superata una curva a gomito, giungesull'orlo di un pozzo profondo 19 m (“pozzo Marilu'", punto I), nel quale l'acqua si getta con una bellacascata. Si evita l'acqua scendendo sulla parete di destra, che si allarga formando una bella sala di 5m di ampiezza. Alla base della cascata una pozza d'acqua e' facilmente aggirabile. Sulla sinistra dellasala arriva, dall'alto, un nuovo modesto affluente (ramo “Margherita").Si prosegue seguendo l'acqua. Il meandro scende a gradoni e con un salto di 4 m, subito seguitoda un pozzo profondo 23 m, nel quale il torrente si getta a cascata, facilmente evitabile scendendo piu'avanti nel meandro, al di fuori del getto. Alla base del P23 c'e' un'ampia pozza d'acqua (punto J). Siprosegue in un meandro di comoda percorrenza, che si snoda con curve brusche a 90d, e dopo unaquarantina di metri (punto K) forma un salto di 2 m, con alla base una marmitta colma d'acqua, profonda1 m (“il bicchiere"). Sopra la marmitta parte un ramo in risalita (meandro del “Trappoliere Scalzo").Il “bicchiere", facendo attenzione, puo' essere superato senza bagnarsi, ci si china, perproseguire in una condotta alta 1,5 m, avanzando per 50 m in piano, poi si scende una serie di gradoniche portano alla sommita' (punto L) di un pozzo profondo 23 m.Alla base si trova la consueta pozza d'acqua, e dopo uno slargo ampio 4 m, riprende il meandro,ancora di agevole percorrenza (largo sempre piu' di 1 m), si scendono due gradoni arrivando sopraun terzo salto piu' alto (4 m), e una decina di metri piu' avanti si giunge sull'orlo di un pozzo profondo14 m. Dalla base, una sala larga 4 m, si riprende il meandro in leggera discesa, la volta si abbassa182 progressivamente da 5 m di altezza fino a immergersi in un lago-sifone dopo una quarantina di metri (-189, “vecchio fondo"). Poco prima del sifone la sezione della cavita' e' rettangolare con il pavimento e lavolta rappresentati da superfici di strato, orientati NW-SE con immersione verso NE. Il livello dell'acquadel sifone appare a livello pressoche' costante in tutte le stagioni (B EFANI , 1964). Il sifone, superato dauno speleosub, e' lungo 14 m, profondo 1 m, e sbuca in un vasto salone (punto N).Tuttavia, e' possibile raggiungere questo ambiente anche senza immergersi. Infatti, una trentinadi metri prima del sifone, in corrispondenza di una grande pozza d'acqua, si possono risalire 9 m(corda fissa) fino ad una “finestra" (punto M), oltre la quale si scende in un meandro largo oltre 1 me alto 6-10 m, pianeggiante, che dopo una quarantina di metri entra nel salone post-sifone (puntoN), largo 4 m e lungo una dozzina di metri. Alla fine del salone un nuovo affluente (“dell'Ovest"), conportata paragonabile a quella del corso d'acqua principale, proviene da sinistra. Per seguirlo, si salela colata calcitica, si trova subito una paretina arrampicabile e si arriva in una saletta dalla quale sidipartono tre vie, che pero' risultano tutte, in breve, impraticabili. Tornati nel salone, si puo' avanzareancora camminando sul fondo dell'ampio (2 m) meandro, ma a 60 m di distanza dalla fine del sifone“vecchio fondo", un secondo lago-sifone sbarra il cammino (-190). Anche questo sifone e' statosuperato dallo speleosub. Al di la' e' presente una campana d'aria, poi un terzo sifone seguito da unanuova campana d'aria e quindi un quarto sifone ancora inesplorato. Il secondo e terzo sifone misuranocomplessivamente 11 m di lunghezza e hanno profondita' di circa 1 m (R ICCI , 1979).RAMO “A0" ( SVILUPPO PLANIMETRICO COMPLESSIVO : 110 M )Nell'antro di ingresso si nota sul pavimento, sulla destra, un foro largo 50 cm che con un saltodi 6 m raggiunge un condotto attivo (R ICCI , 1979). L'acqua giunge da una stretta fessura e proseguenel condotto compiendo un giro ad anello che si ricollega al “1d salone".RAMO “A2"( SVILUPPO PLANIMETRICO COMPLESSIVO : 130 M , DISLIVELLO : +60 M DALLA PARTENZA NEL MEANDRO )Si apre a meta' del primo meandro, a quota -62. D'inverno, la cascata cui da' origine e' talvoltaimpressionante. Si risale una prima parte molto verticale (con salti di 4, 8 e 6 m). Da qui si puo'proseguire in due diramazioni. La prima (meandro “Spazzolini") inizia sotto la parete, il meandroe' lungo 65 m e bassissimo (si striscia sempre nell'acqua), e termina con una sala alta circa 10 m,dal cui soffitto arriva l'acqua (R ICCI , 1979). Per accedere alla seconda diramazione si risale la paretealta 16 m, entrando in un meandro (“degli Zombies") che dopo 65 m arriva in una saletta. Presso ilsoffitto vi e' un foro che immette sotto un pozzetto di 6 m, alla cui sommita' si trova uno stretto foro, dalquale d'estate arriva una forte corrente d'aria. Una disostruzione ha permesso l'accesso, con moltadifficolta', ad una condotta lunga 3 m che porta alla base di un salto di 5 m. Alla sommita' si trova unasala a fuso di 8 m di diametro e 30 m circa di altezza (non rilevata), al lato della sala un condottoinclinato di 45d lungo circa 15 m finisce in una nuova fessura colmata da detrito e fango. La sommita'del pozzo dovrebbe essere a quota circa +30 rispetto all'ingresso (T OPANI , 1979).RAMO “MARGHERITA "( SVILUPPO PLANIMETRICO COMPLESSIVO : 140 M , DISLIVELLO : +55 M DALLA PAR TENZA NELLA SALA ) Nella sala alla base del P19 (quota -87), sulla sinistra, si deve risalire la parete in artificiale per 10 m, entrando in una evidente “finestra". Si supera un passaggio stretto e bagnato e si arriva cosi' ad una saletta di 4 m di diametro, occupata da un laghetto. Si risale quindi un pozzo di 11 m (FESTA ,1978). Il ramo continua con uno scivolo ascendente per poi diramarsi in una parte asciutta ed una attiva. Dal terrazzino, il ramo asciutto si sviluppa verso sinistra (depositi argillosi), mentre a destra sul ramo attivo si risale uno scivolo di 8 m, che immette in un corridoio terminante in una sala con due camini (sala “del Ponte") (DONATI , 1978). Tramite una finestra, si raggiunge il ramo asciutto, chiudendo l'"anello". Nella sala sbocca anche un meandro attivo, che puo' essere percorso in salita per 20 m fino alla base di un P6. Al di sopra, il meandro continua con due piccoli salti risalibili in arrampicata e con una fessura che stringe in basso. Risaliti nella parte alta, si arriva ad un nuovo tratto largo e quindi all'ennesima strettoia (B ERNABEI , 1978). Il punto finale e' posto ad una quota di -32 m rispettoall'ingresso.
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