descrizione
(da DONATI , 1988d)L'ingresso, attualmente ostruito da massi cementati, si apre in un banco calcareo di 4 m dispessore, che immerge di 10d verso NE, solcato vistosamente da una frattura verticale N45dE su cuie' impostata la prima parte della cavita', lungo tale frattura e' stato allargato artificialmente un pozzettodi 50 cm di diametro profondo 3 m, che da' in un piccolo ambiente diviso orizzontalmente da un grandemasso appoggiato. Si passa quindi sotto il masso e si imbocca un condotto largo e basso (25-30 cm)molto fangoso, talvolta percorso da un rivolo d'acqua, che sbocca dopo 20 m in una saletta (punto 6),la prima di una serie di ambienti separati da restringimenti, che ci conduce ad una strettoia dal fondoallagato (punto 10).Qui la grotta cambia direzione seguendo una frattura NNW-SSE, presenta dimensioni piu' ampieed e' rettilinea fino alla sala “del Prosciuttone" (punto 12).La grotta ora interseca una nuova frattura NE-SW e si biforca: seguendo la via piu' evidente siscende verso est fino ad un buco impercorribile (punto 13) da cui esce una corrente d'aria e nel qualesi versa l'acqua che a volte percorre il primo tratto della grotta, e' questo il punto piu' profondo dellagrotta (-6).Dalla sala (punto 12) proseguendo invece in quota, si imbocca un condotto che dopo unadecina di metri (punto 15) piega verso ovest e, dopo una trentina di metri, immette in un grandeambiente, la sala “Appenninica", divisa in vari vani da una grande accumulo di frana, che ha coinvoltoanche gran parte dei reperti archeologici qui scoperti. Da qui si accede all'ultima sala, dove sono statieffettuati i ritrovamenti piu' interessanti. Per raggiungerla bisogna avanzare a destra, risalire la franafino al soffitto, superare la strettoia “degli Scheletri" (punto 25) fino a sbucare nella sala “dei Sette",grande ambiente a fondo terroso diviso in due da una cortina di concrezioni, e dall'altezza variabilema comunque scomoda. Questa sala e' molto vicina all'esterno.Nella grotta sono stati rinvenuti frammenti di vasi e ciotole datati fra la prima eta' del Bronzo e lacivilta' Appenninica (II millennio a.C. - 1300 a.C.), decorati con motivi geometrici o a intaglio, una lamain rame e due anelli in bronzo. Interessanti i resti di crani, un teschio di bambino e probabili ossa diUrsus Spelaeus.